Atri
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Atri, l’antichissima Hatria Picena, le cui testimonianze sono conservate nel Museo Archeologico, è posta su di una collina a 442 mt s.l.m. e a 10 Km dalla costa. La Civitas Vetusta si contende con l’Adria veneta l’onore di aver dato il nome al mare Adriatico. Capitale del Piceno del sud nel periodo pre-romano, è stata tra le prime città italiche a battere moneta nel IV – III sec. a.C. Già Municipium romano, acquisì grande prestigio sotto l’imperatore Augusto e successivamente con l’imperatore Elio Adriano, il quale, durante il suo regno dedicò particolare attenzione alla città come luogo di origine della propria famiglia. Dopo la caduta dell’impero romano e le incursioni barbariche, attorno all’anno mille Hatria riacquisì prestigio avviando attività commerciali con diverse città emergenti, tra queste un legame particolare si avrà con Firenze tanto da adottare la stessa santa protettrice a sancirne l’alleanza, e con Assisi in virtù dell’Atriano Beato Filippo Longo 7° compagno di S. Francesco d’Assisi. Nel XIV sec. divenne città ducale sotto la Signoria degli Acquaviva, i quali fecero erigere il Palazzo su antiche cisterne romane e nel 1500 la resero capitale di uno stato “Lo Stato di Atri” che andava dal Gran Sasso al Mare e da San Benedetto a Pescara. Il dominio degli Acquaviva si concluse nel 1760 con l’ultima duchessa Isabella Strozzi. Atri tornò sotto il dominio diretto del Regno di Napoli, seguendone le sorti fino al momento in cui entrò a far parte del grande Regno d’Italia.